PROMETTIMI: Vanillekipferl, primavera e briciole

 

“NON TI HO PROMESSO NULLA CHE IO NON ABBIA GIà MANTENUTO”

MARGUERITE YOURCENAR, scrittrice

 

 

Anticipando la Pasqua, l’albero di albicocche di Casa Lacedelli Zamar inizia a fiorire. Lungo l’angolo Sud del fienile si erge a contendersi la parete più assolata e guarda negli occhi l’Antelao. Lo saluta al mattino, si gongola rimirando le nebbie che salgono dal Cadore giocando con esso a nascondino; non appena il sole nel pomeriggio scompare dietro la casa adiacente, in un gioco di specchi, l’Antelao mostra il suo volto soleggiato e si gode il sole del tramonto mentre l’albicocco si lascia crogiolare dal calore che le grandi tavole di legno della mantelàda mantellatura del fienile in abete e le crojères in larice hanno assorbito per lui durante il mattino.

NON promettere NULLA CHE tu NON ABBIA GIà MANTENUTO

sembra ricordarci la primavera

Gli alberi di albicocche che crescono sulle antiche case ampezzane avevano un doppio ruolo.: essendo piante che necessitano di molta acqua, assorbivano molta dell’umidità che risaliva le pareti; inoltre erano tra le poche piante capaci di sopravvivere agli inverni rigidi e di donare in estate frutti succosi e dolci.

 
 

nel primo pomeriggio, prima ancora che le ultime ore di lavoro della giornata, richiamino all’impegno, io trascorro qualche minuto in una cucina tutta per me.
a volte ho solo il desiderio di un caffè, preparo la moka, la osservo mentre il vapore precede il gorgoglio del caffè, lo verso nella tazza, ne assaporo un sorso e poi non ne ho più voglia.
Ma quanto avanza, non va buttato. lo conservo in un vasetto in frigo,
magari per il giorno dopo.


Antonia Klugmann, chef triestina, ci ricorda che alle donne serve
”una stanza tutta per sé”.
frase celebre scritta da Virginia Woolf che vale per molti aspetti riguardanti l'universo di modi in cui una donna sa esprimersi. anche scrivere sottintende avere una stanza tutta per sé, disegnare, creare, pensare.

ma quante donne hanno avuto o hanno una stanza tutta per sé?


La “stanza tutta per sé” di un tempo era la cucina, indubbiamente. ma non pensiate sempre che le donne la vivessero con rassegnazione. qui in ampezzo un tempo, nella gestione pratica della casa, gli uomini, non potevano mettere il becco.
non erano i tempi di parità di oggi tra uomini e donne
ma si riconosceva alla donna la competenza sul campo.

 
 

“La stanza tutta per me” quindi diventa questo momento. è quando riscaldo il caffè,riassaporo l’aroma di avanzo della mia infanzia, quando mia nonna lo riscaldava in un pentolino di latta sottile. lo zucchero cade disordinato sul vassoio dopo aver spezzato il biscotto, il caffè odora nella tazza e io raccolgo con il dito le briciole.
nella “stanza tutta per me” ogni briciola, sia essa di zucchero o di tempo, non va sprecata.

 
 
 
 

Per cui ora mi permetto qui di lasciarvi la ricetta a questo tempo, lusso contemporaneo, per il quale io ho una vera e propria dipendenza. nel mobile di Štua conservo sempre un vaso di biscotti dei quali mi dimentico fino al momento in cui desidero ritagliarmi il tempo per “la stanza tutta per me”. Non ci sono consigli particolari per questa ricetta che io ho appreso da Gabila di pane dolce al cioccolato. Le proporzioni degli ingredienti sono perfette. L'unico consiglio è quello che io potrei darvi per tutte le ricette che entrano nel cuore: di farle, rifarle, e farle ancora, all'infinito acquisendo quella manualità e quella facilità che è propria di tutte le cose ci vengono bene.

 

Vanillekipferl

INGREDIENTI


150 gr di farina di farro (se possibile integrale)
20 gr di farina di avena o orzo o integrale
125 gr di burro freddo di frigorifero
80 gr di farina di mandorle
70 GR DI ZUCCHERO BIANCO
2 tuorli
LA PUNTA DI UN PICCOLO CUCCHIAINO DI coriandolo (per me)
oppure vaniglia

UN PO DI TEMPO. QUANTO?
TUTTO QUELLO CHE riuscite a ritagliarvi nella vostra stanza


  • io acquisto le mandorle pelate e le frullo con un cucchiaino di zucchero
    affinchè non facciano poltiglia

  • in una ciotola mescolo farina di farro a quel po di farina integrale
    o d’orzo o avena che ho a disposizione;
    cambio spesso questa piccola parte perchè diventa un modo per aromatizzare
    il biscotto in gusto e consistenza

  • taglio a piccoli pezzi, il più piccoli possibili,
    il burro facendolo cadere man mano nelle farine

  • con la punta delle dita inizio ad amalgamare farina e burro
    fino ad avere un composto sabbioso
    senza insistere troppo per non scaldare il burro oltremodo

  • aggiungo lo zucchero bianco, la farina di mandorle e il coriandolo (o la vaniglia)
    mescolando tutto con un cucchiaio

  • inserisco i due tuorli integrandoli prima con il cucchiaio
    e poi con le mani all’interno della ciotola;
    con un po di mano si riuscirà ad ottenere un panetto
    che appiattisco in una pellicola per alimenti

  • ripongo in frigo almeno un ora
    ma spesso passa un giorno se non più

  • quando decido di infornare preparo una teglia per biscotti
    rivestita di carta forno

  • riprendo la frolla, ricavo delle palline di impasto grandi quanto una noce
    e facendole rotolare sul piano di lavoro
    ne faccio dei piccoli salamini non oltremodo lunghi,
    la misura necessaria per curvarli a ferro di cavallo.

  • dispongo sulla teglia, metto in frigo il tempo necessario a scaldare il forno a 170°

  • inforno 20’

  • una volta dorati li tolgo dal forno e ancora caldi li passo nello zucchero
    e li lascio raffreddare prima di chiuderli in un vaso