ZUCCHERO
“NON SO DA DOVE COMINCIARE.
CHE QUESTO SIA L’INIZIO.
SI PARLA DI FINE, OVVIO,
MA DA DOVE COMINCIA LA FINE?”
GEORGI GOSPODINOV, scrittore polacco,
da Il Giardiniere e la morte
Ho vissuto la malattia di mia madre in simbiosi.
come a lei, mi fece compagnia la stanchezza.
come lei, mancavo di appetito.
come lei, confidavo che domani fosse un altro giorno.
però c’è una cosa che mi faceva felice: il dolce.
“lasciatemi dire da subito
che alla fine di questo libro l’eroe muore.
neppure alla fine, già a metà ma poi è di nuovo vivo.
Perchè come diceva Gaustìn,
nel passato il tempo non va mai in un unica direzione.”
Non un dolce qualsiasi.
La sfoglia sottilissima, croccante e calda di una brioche appena sfornata.
La farcitura di cioccolato eseguita al momento, gustata una domenica mattina a venzone sul ciglio della fontana dove l’acqua sventolava di traverso,
spinta dal vento autunnale che da NOrd sosta prepotente
all’imbocco della valle del fella.
Oppure una lingua di sfoglia croccante al burro piena di calda marmellata all’albicocca, acquistata in un sacchetto di carta
come merenda per il mio rientro in bici,
ma talmente invitante da indurmi ad addentarla
appena varcata la porta della pasticceria,
immediatamente stupita dell’intensità di piacere che mi diede il primo morso.
e ancora i piccoli cestini di frutta fresca che mi aspettano A TARCENTO
all’entrata DELLA val tanamea
o Il nodo di brioche ai lamponi freschi che mi viene servito
seduta sempre appresso quel tavolino rotondo, riparato dal vento di confine quando decido di valicare ad oriente LA porta di cividale.
Ma soprattutto i granelli di zucchero che rimangono sul fondo del vaso in vetro
in cui raccolgo i miei biscotti alla vaniglia e che continuo a produrre
in una paura costante di rimanerne senza.
l’ultimo biscotto DEL VASO accompagna sempre un momento di lettura e il caffè;
uno è troppo poco per placarmi per cui riverso lo zucchero rimasto dal vaso
al tagliere e lo raccolgo con il dito.
conserva ancora qualche briciola di biscotto
e incedere in questa frugalità fatta di granelli,
mi fa apprezzare ogni singolo secondo che dedico nel raccoglierli.
nel limbo in cui ti risucchia la malattia di una persona cara,
la felicità è fatta di briciole di una bontà indimenticabile.
“SOLO LE STORIE SOPRAVVIVONO.
DI SICURO È PER QUESTO CHE RACCONTIAMO”
Se lo zucchero fosse rimedio per il corpo e per l'anima,
ci riempirei le nuvole perché piovesse.
“Vorrei che in queste pagine ci sia luce, una luce pomeridiana e morbida.questo non è un libro sulla morte, ma sulla malinconia per la vita che se ne va.”
ora non so cosa fare.
“Di cosa parliamo quando parliamo della morte?
Di chi se ne andato o di noi?
Dell'assenza stessa?
Ci manca al punto da riempire ogni minuto libero
con questa assenza”
Georgi illustra esattamente il mio tempo libero in questo periodo.
un tempo dilatato in cui la pausa tra un respiro e l'altro
sono riempite da assenza e zucchero.
“NULLA DI GRAVE”
direbbe il padre di georg Gospodinov
ma mi sento in dovere di consigliarvi questo libro
e ricordarvi la ricetta dei miei biscotti che,
pur di farsi più golosi si sono travestiti da baci di dama
senza però perdere il loro segno distintivo:
lo zucchero.
Vanillekipferl
ops…baci di dama
INGREDIENTI
150 gr di farina di farro (se possibile integrale)
20 gr di farina di avena o orzo o integrale
125 gr di burro freddo di frigorifero
80 gr di farina di mandorle
70 GR DI ZUCCHERO BIANCO
2 tuorli
LA PUNTA DI UN PICCOLO CUCCHIAINO DI coriandolo (per me)
oppure vaniglia
UN PO DI TEMPO. QUANTO?
TUTTO QUELLO CHE riuscite a ritagliarvi mentre il tempo vi va cercando
io acquisto le mandorle pelate e le frullo con un cucchiaino di zucchero
affinchè non facciano poltigliain una ciotola mescolo farina di farro a quel po di farina integrale
o d’orzo o avena che ho a disposizione;
cambio spesso questa piccola parte perchè diventa un modo per aromatizzare
il biscotto in gusto e consistenza
taglio a piccoli pezzi, il più piccoli possibili,
il burro facendolo cadere man mano nelle farinecon la punta delle dita inizio ad amalgamare farina e burro
fino ad avere un composto sabbioso
senza insistere troppo per non scaldare il burro oltremodoaggiungo lo zucchero bianco, la farina di mandorle e il coriandolo (o la vaniglia)
mescolando tutto con un cucchiaioinserisco i due tuorli integrandoli prima con il cucchiaio
e poi con le mani all’interno della ciotola;
con un po di mano si riuscirà ad ottenere un panetto
che appiattisco in una pellicola per alimentiripongo in frigo almeno un ora
ma spesso passa un giorno se non piùquando decido di infornare preparo una teglia per biscotti
rivestita di carta fornoriprendo la frolla, ricavo delle palline di impasto grandi quanto una noce di circa 20 gr
dispongo sulla teglia, metto in frigo il tempo necessario a scaldare il forno a 170°
inforno 20’
SCIOLGO 100 GR DI CACAO AL 50% ASSIEME A 50 GR DI BURRO A BAGNOMARIA
una volta dorati tolgo i biscotti dal forno e ancora caldi li passo nello zucchero.
li lascio raffreddare E A QUESTO PUNTO UNA PICCOLA QUANTITÀ DI CACAO LI TERRà ASSIEME
PER AIUTARLI A STARE ASSIEME, FINO A CHè IL CACAO NON SOLIDIFICHI,
LI POSIZIONE UNO AD UNO ALL’INTERNO DI UNO STAMPO DA CUPCAKE
MA LASCIO A VOI ESCOGITARE QUALCHE ALTRO ESPEDIENTE (TENETEMI AL CORRENTE)